Erice: il Faro di Pace del Mediterraneo
Le origini
Erice conserva una storia lunga molti secoli. Riguardo la sua fondazione sono due le ipotesi più avvalorate: la prima supportata da Tucidide secondo cui Erice fu fondata dagli esuli di Troia, questi una volta giunti in Sicilia si legarono alla popolazione autoctona dando vita al popolo degli Elimi che fondarono Erice intorno all’VIII sec. a.C; la seconda ipotesi sostenuta da Diodoro Siculo, la cui fondazione sarebbe stata portata avanti da Erice, figlio di Venere e Bute. Quest’ultimo sul monte Eryx costruì il santuario dedicato alla madre, divenuto il maggiore centro religioso del Mediterraneo: il sacro thémenos.
La cittadina ebbe numerosi nomi, dovuti alle varie dominazioni subite e proprio alla luce di queste dominazioni, si cominciò a pensare all’origine del nome Erice. Dalla dominazione più antica, quella greca, si pensa che Erice, derivi dal nome del Monte Eryx. Attraversando poi l’era cartaginese, il monte fu denominato Haraces, mutato poi in Erice. Su alcune monete di età fenicia ritrovate è riportato il nome Erech.
Una volta che la cittadina fu conquistata dagli Arabi cambiò nome divenendo Gebel-Hamed, cioè monte di Hamed, un emiro di Sicilia.
Infine, nel 1934, fu ridato il nome di Erice, che ancora conserva.
Cosa vedere?
Il Castello di Venere
Il Castello di Venere erge nel punto più alto di tutto il paese. Fu costruito dai Normanni tra il XII e il XIII sec, sulle ceneri dell’antico tempio dedicato a Venere. La scelta del punto non fu casuale, poiché da quella posizione si poteva dominare tutto l’ambiente sottostante; controllare sia i movimenti via mare, sia quelli via terra e avvistare i nemici con largo anticipo.
La struttura originaria aveva un ponte levatoio, sostituito in seguito da una gradinata e le mura, secondo la leggenda, furono innalzate da Dedalo. Il castello è tutto circondato dagli affascinanti e curati giardini del Balio, che fanno da cornice a una vista mozzafiato su Trapani e sin alle Egadi.
Il Faro del Mediterraneo
Nel corso del 1870, il conte Agostino Pepoli fece costruire una nuova struttura in cui ospitava numerosi letterati e uomini di scienza.
La torre abbandonata all’incuria del tempo, è stata oggetto di un’attenta opera di restauro. Dal 2014 è fruibile al pubblico come “Osservatorio di Pace” e “Faro del Mediterraneo”. All’interno è possibile visitare un museo interattivo e multimediale, in cui si ripercorre la storia di Erice lasciandosi guidare proprio dalla voce del conte Agostino Pepoli.
Il Real Duomo
Dedicato a Maria Assunta, fu costruito nel 1314 per volontà di re Federico III d’Aragona, impiegando anche materiali provenienti dall’antico tempio della Venere Erycina, tra cui le nove croci greche incastonate nella parete esterna destra.
La Chiesa ha una pianta basilicale a tre navate, divise da pilastri e colonne che nel corso dei secoli hanno subito varie modiche, sostituendo a dei massicci pilastri squadrati delle colonne corinzie a fascio.
Accanto alla Chiesa Madre di Erice vi è il campanile, ottenuto per volontà di re Federico nel XIV secolo modificando una torre di avvistamento, risalente alle guerre puniche tra Cartagine e Roma. Articolato in tre livelli illuminati da eleganti bifore.
All’interno, lungo una scala di 108 scalini, si arriva al tetto da cui è possibile osservare la splendida Trapani con le sue Saline, la penisola di San Vito lo Capo e le isole Egadi, arrivando a scorgere persino Palermo.
La Chiesa di San Giuliano
Fu costruita nell’XI secolo, per volontà del conte Ruggero il Normanno, come ringraziamento per l’aiuto fornito dal Santo durante la guerra contro i Musulmani per la conquista di Erice. La chiesa subì numerosi danni nel corso del tempo che ne mutarono l’aspetto, trasformandola in una struttura imponente.
La particolarità di questa chiesa sono i “Misteri”, ovvero dei gruppi statuari rappresentanti gli ultimi istanti della vita terrena di Gesù che sono custodite lungo la parete della navata sinistra. I gruppi dei “Misteri” sono realizzati in legno dagli artigiani locali, seguendo la moda spagnola del 1600.
Le mura ciclopiche
La cittadina di Erice mantiene ancora intatte le mura ciclopiche, chiamate così poiché secondo la leggenda furono proprio i Ciclopi a costruirle con grandi massi megalitici. Sono ancora in piedi anche le tre porte d’accesso di Erice:
• Porta Trapani, chiamata così per la sua esposizione verso Trapani;
• Carmine;
• Spada.
Erice offre ai suoi visitatori non solo siti di forte interesse storico-culturale, ma anche esperienze più rilassanti come una passeggiata tra i variopinti negozi d’artigianato locale e diverse soste per gustare le delizie tipiche, come le “genovesi” per gli amanti del dolce e il pane cunzato per gli amanti del salato.